• FORMATO:
    16,5×23,4 cm
  • PAGINE:
    126 a colori
  • RILEGATURA:
    Cartonato Filo Refe
COD: 117043 Categorie: , ,

The House Doesn’t Always Win: un gioco di ruolo senza preparazione che mescola il brivido del poker, la tensione del rischio e la rabbia della rivoluzione. Non è solo un sistema di regole, è un manifesto ludico: un invito a ribaltare il tavolo, a gettare le carte contro i padroni e reclamare il mondo che vi hanno strappato.

Le persone al tavolo vestono i panni di ribelli, figure diverse e imperfette che hanno deciso di non piegarsi più. Possono essere operai che hanno perso tutto, artisti perseguitati, ex-agenti corporativi o semplici disillusi che hanno smesso di credere alle favole. Ognuno porta con sé cicatrici, motivazioni e un seme: Picche, Cuori o Fiori.

Il seme scelto non è solo un simbolo: influenza il modo in cui affronti le sfide, quali carte rappresentano la tua fortuna e quali i tuoi ostacoli. È un segno di identità, un’impronta che plasma il destino.

Davanti a voi ci sono i Quadri, i bersagli principali. Sono potenti, ben protetti, apparentemente invincibili. Ma proprio come un mazzo di carte, anche la loro forza ha falle, buchi, spiragli in cui infilare la lama della ribellione. L’obiettivo non è soltanto sopravvivere: è rovesciare i Quadri, privarli delle loro carte e spezzare le catene che stringono la società.

Il cuore di The House Doesn’t Always Win è un normale mazzo di carte da poker, accompagnato da un d10. Non serve altro: niente lunghe schede, niente calcoli complicati. Tutto è deciso dal ritmo delle carte.

Le azioni non si risolvono con un banale “successo o fallimento”. Ogni pescata è una rivelazione, come una lettura di tarocchi. Cerchi Picche, Cuori o Fiori, e speri che il mazzo ti sorrida. Ma il mazzo cambia. Carte entrano, carte escono, alcune si perdono per sempre. Ogni azione modifica le probabilità delle successive: la tensione cresce, il rischio si accumula, e la rivoluzione prende forma nel battito incostante delle carte.

Questo non è un sistema che ti concede il lusso della certezza. È un gioco d’azzardo. E come ogni gioco d’azzardo, ogni pescata può segnare la fine o l’inizio di tutto.

Le carte sono il destino, ma siete voi a decidere come affrontarlo.

Una delle meccaniche più originali è il “folding”: di fronte a una sfida potete scegliere se restare in gioco, rischiando di perdere tutto, oppure piegarvi, abbandonare la mano e salvare qualcosa per il futuro.

È un costante dilemma: quanto siete disposti a rischiare per abbattere i Quadri? A volte il coraggio porta vittoria, altre volte il banco vi divora. Questa scelta non è mai puramente matematica, ma emotiva e narrativa: rappresenta la tensione di chi, senza nulla da perdere, decide se rischiare l’ennesima volta.

Il gioco non vi chiede di essere eroi puri. Anzi, vi spinge a usare ogni mezzo a disposizione. Potete rubare carte dal mazzo, barare per piegare il destino, sfruttare i punti deboli dei Quadri e persino usare le loro stesse armi contro di loro.

Le missioni si svolgono nel cuore del territorio nemico: infiltrazioni, colpi di mano, trattative sporche, tradimenti e rivolte improvvise. Potete catturare, convertire o eliminare i vostri bersagli. Potete cambiare le regole del gioco mentre lo giocate. Ma attenzione: ogni carta pescata, ogni decisione, lascia un segno permanente sul mazzo e sulla storia.

The House Doesn’t Always Win non è un gioco che richiede lunghe preparazioni. Bastano un mazzo di carte, un d10 e la voglia di giocare. Il manuale include scenari già pronti: terre divise da signorie corrotte, fabbriche di morte da abbattere, mari da solcare alla ricerca di libertà. Ogni scenario è un invito a gettarsi nella mischia, a improvvisare e costruire la storia insieme al tavolo.

Le sessioni sono veloci, drammatiche, piene di colpi di scena. Piani che sembrano perfetti crollano all’improvviso, alleanze fragili si spezzano sotto la pressione delle carte, e la curiosità morbosa di scoprire quale sarà la prossima carta in cima al mazzo tiene tutti col fiato sospeso.

Anche se il caso gioca un ruolo cruciale, The House Doesn’t Always Win non è solo fortuna. È un gioco di decisioni: quando rischiare, quando piegarsi, quando barare. È un costante equilibrio tra rischio e ricompensa, tra rabbia e sopravvivenza.

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